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I libri
Profilo di una città etrusca
Tarquinia


Libreria Editrice Tellini
Pistoia (1980)


pag. 63

«MONTEROZZI»: IL MONDO DIPINTO DEGLI ETRUSCHI

opo i primi ritrovamenti effettuati dall'inglese Byres verso la fine del '700, la grande frenesia degli scavi tarquiniesi nella necropoli di Monterozzi esplose letteralmente all'indomani della scoperta, nel 1823, da parte del cornetano Carlo Avvolta, di una tomba in cui era stato sepolto un guerriero con tutto il suo corredo di armi e di scudi, con il suo carro da guerra e con una cospicua e varia suppellettile costituita da vasi di bronzo, di ceramica e di bucchero.
Il rinvenimento casuale, che fu magnificato dal suo autore nell'ambiente culturale romano, indusse ben presto molti studiosi e appassionati di archeologia, italiani e stranieri, a organizzare campagne di scavi nei sepolcreti di Tarch(u)na. Campanari e Fea, Micali e Nibby, Visconti e lord Kimaird, Kestner e Stackelberg, Kellermann e Bunsen, Gerhard e Knapp, Thiersch e Raoul-Rochette, portarono alla luce numerosissimi monumenti sepolcrali i cui materiali vennero magistralmente immortalati da ottimi disegnatori del talento artistico di Stanislao Morelli e Carlo Ruspi.
Ai nomi di questi precursori, la storia delle ricerche nei cimiteri etruschi della famosa lucumonia maremmana ne aggiunse più tardi parecchi altri, come quello di Federico Bajetti e di Vittorio Massi, della nobildonna Giustina Bruschi-Falgari e dei fratelli Marzi.
Tuttavia, le più importanti esplorazioni risalgono al 1874, anno in cui il Comune di Corneto e la locale Università Agraria iniziarono un rapporto di collaborazione inteso a compiere scavi sistematici soprattutto con l'intento di creare un Museo Etrusco Tarquiniese. Questo fu ben presto istituito e in un arco di tempo di circa quattro anni si arricchì di centinaia e centinaia di reperti.

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