verità di vita e di morte nella Maremma dei guitti e dei
briganti
Scipioni,
Curiosità 19
Valentano (VT) (1994)
Tutti i disegni sono di Claudio Lana
pag. 47
[...]
l 26 ottobre, il pretore di Orbetello, Antonio
Grassi, prima di chiamare i Franci a rispondere dei loro
addebiti, interrogò, come testimoni "senza giuramento",
quattro dei carabinieri che avevano partecipato alla
clamorosa operazione di polizia.
È opportuno semplificare, in sintesi, le risposte che
dettero per avere una visione chiara della vicenda.
Demetrio Giudici, brigadiere di Marsiliana (erroneamente
il verbale lo dice di Capalbio): – Tornati
dall'inseguimento di Fioravanti, interrogammo i Franci.
Furono tutti concordi nel dire che i briganti si
presentarono all'improvviso, senza essere attesi. Ci
informarono che avevano mangiato pastasciutta e bevuto
vino, tutto quello che si trovava in casa, circa dieci
litri. Ma tacquero relativamente alle provviste fatte la
mattina del 23, come alcuni confidenti ci hanno riferito.
Ciro Cavallini, 26 anni: – Ho appreso dai superiori che fu
uno degli uomini della famigia Franci ad effettuare le
provviste a Capalbio; ma non si è potuto accertare in
quale negozio le fece.
Dopo lo scontro, furono sequestrati tutti gli oggetti,
comprese le armi, abbandonati dai latitanti.
Per averlo sentito dire dai compagni, so che nelle bisacce
furono trovati alcuni sigari.
Essendo impegnati nell'inseguimento del Fioravanti, non
avemmo la possibilità di constatare la natura degli
oggetti lasciati nel casale. Cosicché, nella gran
confusione provocata dall'accorrere della gente che voleva
vedere il cadavere di Tiburzi, i sigari scomparvero; e c'è
chi dice che furono portati via come ricordo.
Carlo Colombo, anni 31, brigadiere di Capalbio: – Non si è
potuto accertare da chi furono fatte le provviste
consumate dai latitanti nella notte fra il 23 e il 24. Si
sa, però, che tutta la famiglia aveva gozzovigliato
insieme ai ricercati; e che anche le donne erano sempre in
piedi quando arrivarono i carabinieri. La cena era stata a
base di pastasciutta, prosciutto e formaggio. E non furono
bevuti meno di otto-dieci litri di vino.
I Franci sostengono che i briganti giunsero a loro
insaputa; ma le provviste fatte il giorno precedente
dimostrano il contrario.
Io arrivai alle "Forane" verso le ore 14 e potei
constatare che le bisacce contenevano due o tre sigari,
ossia la rimanenza di quelli acquistati dai Franci il
giorno prima, dato che non furono trovati altri. Così come
– oltre ai dieci litri consumati e comperati il giorno
avanti insieme ai sigari – non fu trovato altro vino.
Pasquale Mazzocchi, 24 anni: – Terminata la sparatoria,
facemmo irruzione nel casale.
Nazzareno e Santi Franci dichiararono che la sera
precedente, fra le otto e le nove, i due bussarono
all'uscio, inattesi, dicendo di essere Tiburzi e
Fioravanti. Era la prima volta che venivano alle "Forane".
Il secondo lo conoscevano, Tiburzi no. Non l'avevano mai
visto.
Specificarono di aver mangiato pastasciutta, prosciuto e
formaggio e di aver bevuto del vino.
Precisarono che quando noi giungemmo i due banditi stavano
per andarsene.
[...]
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