|
Cologna (UD), lì
22–2–1990
111° E.N.
Gent.mo Signor Prof.
Alfio Cavoli
Assessore alla Cultura – Manciano (GR)
ono
MARINO TOMMENCIONI, nato ad Arcidosso (1924),
nipote di Francesco e figlio di Pietro e svolgo
(umilmente) funzioni di segretario della
Fratellanza Giurisdavidica di Monte Labbro.
Solo ora ho potuto scorrere alcuni brani del suo
libro "Il Cristo della povera gente". Pur avendovi
trovato alcune imprecisioni, che ritengo –
peraltro – non attribuibili a Lei personalmente,
ma alle persone intervistate ed ai vari testi
consultati in quanto in essi contenute, sono
rimasto positivamente colpito dalla perplessità
della sua domanda: CHI ERA David? (pag. 110) e
dalla sua risposta, che l'ha reso esente dalla
contaminazione, pressoché generale, dei critici, i
quali hanno espresso giudizi arbitrari e gratuiti
sul nostro Divino Maestro David Lazzaretti. Lei
onestamente si è astenuto. Sono certo che la Sua
discreta dubbiosità è una virtù che la "Natura" Le
ha donato, virtù preziosa quanto rarissima quando
il giudizio, sulla scia dell'opinione generale è
fin troppo facile. Grato, la ringrazio pertanto,
dell'alto sentimento di rispetto e stima verso il
Ns. Divino Maestro e, maggiormente, per la Sua
pregevole opera, che mi fa sovvenire – come
parametro – un'affermazione di Vittorio Messori
nella sua opera "Ipotesi su Gesù": alla
divulgazione del cristianesimo hanno contribuito i
non credenti, nella ricerca capillare e profonda
di prove, delle quali – contrariamente – i
credenti, per fatto di Fede, non avevano, né hanno
mai avuto bisogno.
Grazie ancora, auspicandoLe fortuna letteraria,
serenità, pace e felicità anche spirituale, con
deferanza
Marino Tommencioni
|
|