In copertina immagine di Comincio Migliorino
Editrice effequ,
nella collana Le garzette
Orbetello (2001)
pag. 87
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ra,
poi, che ci accingiamo a parlare di Grosseto e dei
grossetani il compito al quale dobbiamo far fronte è
ancora più ingrato. Come potremmo rivolgere la nostra
attenzione a tutti coloro che si sono distinti nelle
professioni, nelle attività imprenditoriali, nella
storiografia, nella narrativa, nella poesia, nella
pittura, nella scultura, nella musica, nello sport, nella
cooperazione, nel volontariato? La nostra abitudine a
seguire quotidianamente la vita sociale della Maremma
attraverso le cronache giornalistiche, le manifestazioni,
le mostre e i libri (recensiti spesso da Giancarlo
Capecchi, Giuseppina Scotti, Maria Agnese Neri, Anna Rosa
del Corona, Paolo Pisani, fresco autore dei volumi Come
bava di lumaca ed Epitaffi nel vento), ci
garantisce che sono moltissimi e che ciascuno di loro
meriterebbe un cenno, un riferimento, una citazione. Ma è
evidente che il nostro desiderio di farlo) cozza contro la
barriera dell'impossibilità. Diremo soltanto che, tutti
insieme, essi rappresentano la parte migliore, della
città, quella da cui Grosseto trae gli elementi più
significativi della sua immagine complessiva. E
costituiscono, quindi, le ragioni del suo orgoglio di
collettività che ha saputo conquistarsi diffusi e meritati
apprezzamenti.
Ciò premesso, non possiamo tuttavia esimerci dal ricordare
come Grosseto abbia già indicato con l'annuale
assegnazione del "Grifone d'oro" gli enti e le persone che
nell'ultimo quarantennio si sono distinti nei campi più
diversi, onorando la città e la Maremma. E che noi
elencheremo a conclusione di queste pagine. Ardua, d'altra
parte, sarebbe anche un'indagine retrospettiva - a cui
perciò rinunciamo - che volesse avventurarsi oltre i
Cassola e i Bianciardi, i Terrosi e i Rotella, i Ghignoni
e i Bottai, i Marraccini e i Ferretti, i Dominici e i
Gentili, i Rossetti e i Faccendi, i Pacini e i Parrini, i
Parronchi e le Bartolommei, i Bonelli e i Bernardini, i
Cancellieri e i Ciaravellini, i Cipriani e i Ghiribelli, i
Meocci e i Guerri, i Brilli e i Mazzoncini, i Martinelli e
i Magrassi, i Battigalli e i Vivarelli, i Porciatti e i
Turillazzi, i Carlotti e i Bufalini, i Chelli e i
Pizzetti, i Socci e i Viazzi, i Galeazzi e i Mensini, i
Galli e i Cosimini, gli Ademollo e i Cardarelli, per
scendere, a grado a grado, fino al letterato Andrea da
Grosseto (tutti nomi assai noti, sebbene la Guida
toponomastica di Grosseto, data alle stampe da Walter
Pozzi nel 1991, elenchi soltanto sei o sette personalità
cittadine - compresi due vescovi - alle quali, dal 5
gennaio del 2001, è stato aggiunto anche Roberto
Ferretti).
Di più non possiamo fare, se non constatare, con vivo
compiacimento, come Grosseto, grazie all'evoluzione dei
tempi moderni, al forte incremento demografico
verificatosi dall'ultimo dopoguerra a oggi, all'istruzione
generalizzata e diversificata rispetto al passato, alla
pluralità degli sport praticati dalla maggioranza dei
giovani anche in categorie regionali e nazionali, non sia
più la Kansas City di Luciano Bianciardi con i
mandriani e i pastori maleodoranti che il giovedì
appestavano l'aria del Corso, ma una città degna di
considerazione in ogni senso, dove anche la cultura, una
volta appannaggio di preti eruditi e di archeologi dai
«furori antiquari...», oggi è vissuta e coltivata da
moltissime persone con risultati, spesso, di tutto
rispetto.
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