La Resistenza in Maremma fra eroi esaltati,
eroi dimenticati, contraddizioni e mezze verità
Stampa Alternativa,
Strade bianche della scrittura 15
Viterbo (2005)
pag. 173
Tributo
a Sante Gaspare Arancio
fogliamo
l'Elenco dei Partigiani e dei Patrioti che hanno operato
nella Provincia di Grosseto" (riconosciuti dalla
Commissione Regionale Toscana secondo la legge n° 518 del
1945). È un elenco corposo, redatto dall'A.N.P.I.
(Associazione Nazionale Partigiani d'Italia); pertanto
attendibile. Ebbene, alla lettera "A", sotto la quale sono
annoverati 33 partigiani e 44 patrioti, cerchiamo Arancio
Sante Gaspare, il "mitico" fondatore – forse il primo in
Maremma, quattro giorni dopo l'8 settembre 1943 – della
banda partigiana che portava il suo nome. Arancio non c'è.
Scorriamo più volte i 77 nominativi della lettera "A".
Chiediamo ad altri di controllare. Inutile: del
leggendario capobanda di origine greca non si trova
traccia. Le pagine del corposo "Elenco" non sono numerate.
Che ne sia saltata qualcuna nel comporre il volume? Non è
possibile. Perché i Partigiani della lettera "A" sono
trentatré (una pagina intera e due sole righe di quella
successiva, per il resto bianca); e i Patrioti della
lettera "A" sono quarantaquattro (una pagina intera e
tredici righe di quella successiva, per il resto bianca).
Dunque, la composizione del volume è regolare. I
Partigiani e i Patrioti della Provincia di Grosseto
appartenenti alla lettera "A" ci sono tutti. Manca
soltanto Sante Gaspare Arancio: il fondatore della prima
banda partigiana del Grossetano. C'è di che stupire. Di
che rimboccarsi le maniche e cercare il bandolo della
matassa.
Vediamo cosa scrive [...]
Patrioti e partigiani nel Lazio. Cellere e Canino
liberati, di Nazzareno Mariotti (nel 40°
anniversario della Liberazione) – Inviatoci da A. [Angelo]
La Bella[...]
Pagina 54: «Roma, li...agosto 1968. Al Ministero della
Difesa, Commissione Riconoscimento e Decorazione per le
qualifiche di Partigiano e di Patriota. Il sottoscritto
Arancio Sante ex Comandante della "Formazione Partigiana
Montauto" dichiara: che a suo tempo ebbi ad inoltrare alla
Commissione Regionale del Lazio per il riconoscimento alla
qualifica di patriota e Partigiano Combattente tutti i
documenti riguardanti il "Gruppo Partigiani di Cellere di
Castro (Viterbo) poiché detto gruppo comandato dal
capogruppo Mariotti Nazzareno nato a Cellere di Castro il
23. 4. 1916 si doveva considerare in forza alla mia
Formazione (Montauto) nella zona di Montemarano. Tengo a
confermare che ai (sic) stessi documenti ebbi ad allegare
anche una proposta per il Capo Gruppo Mariotti Nazzareno
che lo proponevo al grado di Sottotenente ed alla medaglia
d'Argento al valor Militare della quale, allego copia, per
la liberazione di Cellere. Il suddetto Gruppo Partigiani
si doveva considerare in forza alla mia formazione sin
dall'1.10.1943 all'11.6.1944. Confermando quanto sopra, in
fede si sottoscrive. L'ex Comandante la Formazione
Partigiana (Montauto) Maggiore Arancio Sante».
Pagina 58: «La B.A.M. - Banda Arancio Montauto era
comandata dal geom. Santi Gaspare Arancio, aggregato poi
alla quinta Armata col grado di maggiore. Fu fondata il 9
settembre 1943 dal geom. Arancio e dalla moglie Sig.ra
Virginia Cerquetti, che fino all'ultimo fu al suo fianco
con pari coraggio; si organizzò ed articolò in gruppi
operanti nei comuni di Roma, Manciano, Scansano, Monte
Marano, Sorano, San Quirico, Latera, Onano, Gradoli,
Acquapendente, San Lorenzo, Valentano, Marta, Capodimonte,
Cellere, Canino, Piansano, Arlena. Tessennano, Capalbio,
Pescia Romana, Pescia Fiorentina, Orbetello, Albinia,
Grosseto, Montiano, Magliano, Ischia di Castro, Ischia
(Istia) d'Ombrone, Abbadia S.Salvatore, Pitigliano,
Civitavecchia, con oltre 600 uomini fra i quali anche
numerosi russi, polacchi e jugoslavi. La molteplicità
delle azioni compiute nella vasta zona tenuta
costantemente sotto controllo si impose al nemico ed agli
alleati. Questi ultimi stabilirono di aggregare tutta la
Banda alla Quinta Armata U.S.A.».
Pagina 61: due foto con le seguenti didascalie: "Gruppo
partigiani B.A.M".; e "Comandante Arancio Sante".
Pagina 62: foto con la seguente didascalia: "Comandante
Arancio Sante e famiglia".[...]
Note dell'autore [(n.d.c.) alle numerose fonti
citate nel libro delle quali si riportano qui, in
corsivo tra parentesi quadre, i relativi titoli]
1. [Dizionario della Resistenza (Einaudi,
2001], Volume I, pagina 404 Secondo noi, si tratta
del contrario. La Banda Arancio ha sempre avuto il suo
quartier generale nella Bassa Maremma, e più esattamente
nella zona Campigliola-Montauto, Comune di Manciano,
Provincia di Grosseto. Ed era da qui, in realtà, che
"scantonava" nel Viterbese settentrionale; non viceversa.
2. [Pagine in fotocopia di un volume in cui si
parla della lotta partigiana tutte con il timbro
dell'ANPI di Viterbo]La località Pelagone si trova
nel Comune di Manciano. Fu lì che il 14 settembre 1943
Sante Gaspare Arancio si trasferì, dopo aver costituito a
Manciano il primo nucleo partigiano della Maremma
grossetana. Della decina di uomini di cui si parla
facevano parte i mancianesi Antimo Ricci detto "Aldo",
Clito Pratesi, Giovanni Crociani, Fernando Gregori e Leo
Sbrulli.
3. [i.c.s.]Si legga Castell'Azzara. Sta in
queste poche righe, con tutta probabilità, la chiave di
lettura della "vicenda Arancio" per quanto riguarda
l'attività partigiana svolta nella Provincia di Grosseto
dal comandante della Banda di Montauto.
4. [i.c.s.]Brinci fu ferito nell'Albergo
Legaluppi di Manciano, residenza delle autorità fasciste,
la sera del 29 gennaio 1944 in cui i partigiani della
Banda di Montauto uccisero in Via Marsala il brigadiere
della GNR Catone Corridori.
5. [i.c.s.] all'On. Angelo La Bella, che fu
Sindaco del Comune di Civitella d'Agliano per trent'anni,
non risulta che vi sia stato un assalto alla caserma dei
carabinieri di quella località. «Probabilmente - annota La
Bella - l'autore ha confuso con un'altra Civitella
(Civitella Cesi?)».
6. [40° Anniversario della Liberazione. Figura
di un protagonista della Resistenza viterbese: Delio
Ricci, a cura del Comitato Provinciale Celebrazione.
Ricerca di Paola Canapicchio]La Banda Arancio si
trovava nella zona Campigliola-Montauto, Comune di
Manciano, Provincia di Grosseto.
7. [i.c.s.] La Campigliola si trova a una
decina di chilometri da Manciano (Grosseto), del cui
Comune fa parte. È situata sulla strada che porta a Vulci
e – qui diramandosi – a Canino e a Montalto di Castro, in
territorio viterbese.
8. [Attività delle bande. Settembre 1943-luglio
1944, a cura del Comando Raggruppamenti Bande Partigiane
Italia Centrale] "Sante Arancio".
9. [i.c.s.] Altre fonti non riportano
queste cifre, che ci sembrano esagerate, se non proprio
destituite di ogni fondamento.
10. [Enciclopedia dell'antifascismo e della
Resistenza, Volume VI, T-Z, Walk Over, La Pietra, pagine
406-407] Lo ripetiamo: Arancio si muoveva nel
Viterbese settentrionale partendo dalla sua base operativa
che era nella zona Campigliola-Montauto, Comune di
Manciano (Grosseto).
[... ]
18. Nella relazione del Com. Federici scorgiamo
una contraddizione. A pag. 15 è scritto che tra il 18 e il
20 settembre 1943 si presentarono ad Arancio i Tenenti
Canzanelli e Lucchini e fu costituito così il primo
comando della banda: Arancio, capo banda; Canzanelli e
Lucchini comandanti di reparto. A pagina 16 si legge
invece che dal 17 settembre al 30 maggio 1943 il comando
della banda ebbe questa composizione: Arancio, comandante;
Portelli, cap. di S.M.; Ceccarelli, sotto capo di S.M. E
Canzanelli e Lucchini? Furono esonerati ancor prima di
esercitare i poteri di cui erano stati investiti? E poi,
se è vero che Canzanelli e Lucchini, come scrive Aldo
Ricci nei suoi appunti, arrestati il 14 novembre,
tornarono al campo della Banda Arancio dopo la loro
evasione dal carcere di Arcidosso (17 dicembre), perché
non furono reintegrati nelle funzioni di comando? Che sia
avvenuta proprio all'indomani del loro rientro la
separazione da Arancio, in seguito alla quale costituirono
le rispettive bande al Pelagone e a Murci? A questo
proposito, non si comprende per quale motivo il com.
Federici, che tanto si diffonde su Arancio in alcuni
passaggi della sua relazione, non dica quando e perché i
Tenenti Canzanelli e Lucchini decisero di separarsi da lui
o viceversa.
[...]
|