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Ricordo dell' Uff. Cav. Dott.ssa
Giuseppina Scotti*
(Presidente dell'UNITRE Grosseto) |
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Cavoli: un nome, una certezza nel campo storico, artistico,
letterario, che non ha mai finito di stupirci, anche oggi, a
tanti anni, ormai, di distanza dalla sua dipartita.
L’ho conosciuto, io, giovanissima, negli anni ’60 e,
immediato, si instaurò un bel rapporto di stima e amicizia:
da parte mia, all’inizio, di fronte ad un personaggio già
così affermato, si trattava di una sorta di rispetto e di
“ascolto”, ma, molto presto, con il suo carattere, pur non
molto estroverso, riuscì ad introdurmi nel suo mondo. Un
modo fatto d’arte, di storia, di narrazioni attente sulla
Maremma, così amata e compresa nei suoi più intimi anfratti,
nelle sue peculiarità, nella sua disperazione e nei suoi
tratti stupendi di terra di confine, “una regione nella
regione”, come fu scritto, ma pure nell’ambito familiare e
conobbi l'amata sposa e le piccole figlie, più volte
invitata nella loro abitazione Mancianese, anche con la zia
la Dottoressa Brunetta Scotti, che ne era un’estimatrice e
un’appassionata lettrice. A lei era anche ricorso per alcuni
consigli sulle bambine.
Ci incontravamo ogni volta che mi recavo a Manciano, in
giuria di un famoso premio di pittura, ma pure a Grosseto,
ad eventi culturali ad alto livello nei quali la sua figura
spiccava quale narratore, conferenziere e addetto “ai
lavori” in molte, importantissime opere a più mani, ma nelle
quali le sue spiccavano copiosamente.
A tanti anni di distanza, ringrazio la figlia Daniela di
avermi concesso la possibilità di portare questa breve
testimonianza sul prolifico, capace scrittore Alfio Cavoli,
ma soprattutto sull’Uomo, quell’uomo che mi parlava senza
infingimenti e mi elargiva il suo sapere, ma più, con mia
grande soddisfazione e gioia, mi poneva al centro della sua
attenzione e mi prospettava progetti e apprezzava il mio
scrivere e condivideva con me la passione per la Società
Storica Maremmana, di cui ero Cancelliere e dove ci
incontravamo per discutere sulla storia di questa terra
amata da entrambi.
Ma coltivavamo pure la stessa passione per l’arte, tanto che
recensii anche il suo: ”Paride Pascucci- Testimonianze
inedite per una biografia dell’artista maremmano”: allo
scrittore piaceva mettere in risalto la componente
provinciale dell’artista, proprio nei suoi aspetti migliori
e più illuminanti provenienti proprio dall’umile origine.
Questo amava Alfio, attraverso un modo di scrivere sobrio,
semplice, ma altamente qualificato e denso di contenuto:
mostrare la realtà dei personaggi sondati e studiati in ogni
particolare, nei loro rapporti umani, nel trascorrere delle
loro esistenze e nelle loro capacità, perché egli ha sempre
voluto evidenziare e porre sul giusto piedistallo ciò che
vale realmente e che non deve, quindi, né scomparire, né
essere dimenticato.
Un impegno, questo, che caratterizzerà tutta la sua
esistenza e che lo renderà giustamente degno del “Grifone
d’Oro”, consegnatogli in una sera d’agosto, a Grosseto, in
quella città che seppe, davvero, allora, apprezzare doti
inestimabili di un maremma DOC, da non dimenticare mai e
portare sempre d’esempio anche per la sua vita familiare e
il suo impegno altamente sociale e associativo, non soltanto
per il suo paese di nascita, ma per tutta una comunità ampia
e varia: la sua Maremma!!!!
Ho sempre ritenuto e tutt’oggi lo ritengo, che ho veramente
avuto la fortuna di incontrare un Individuo eclettico, di
“multiforme ingegno” e del quale non mi stanco mai di
leggere e consultare le numerosissime opere di studio e di
ricerca intensa e approfondita su svariatissime tematiche,
ognuna delle quali mi riporta indietro nel tempo, quando
colloquiare con persone di siffatte capacità, era
estremamente piacevole perché il tutto si svolgeva in
schietta cordialità e condivisione viva, senza presunzioni o
prese di posizione che potevano non lasciare spazio agli
altri.
Alfio Cavoli, come ho già detto, non ha mai smesso di
stupirmi con la sua continua e fervente opera di
divulgazione, anche perché era forte la sua sete
inesauribile di sapere, per poter conoscere e poi elargire
alla società, non per mera ambizione, ma per alto spirito di
cultura e amore verso la propria terra e oltre, con una
capacità forte di farsi saper leggere, fino all’ultima riga,
senza mai avvertire stanchezza.
Un mondo, il suo, che sembra scomparire nelle brume della
dimenticanza, ma così non deve essere e non sarà fino a
quando, appunto se ne parla e, oggi, con mio grande
rammarico, non posso essere qui, in questa eccezionale
serata in cui si parla finalmente di Lui, si ricorda, si
apprezza per quello che è stato e ha lasciato: una miriade
di testimonianze che accompagneranno veramente l’umanità in
un percorso di sapere e di continuo aggiornamento.
E rivolgo a lui un pensiero ed un ricordo veramente
affettuosi e grati per quello che mi ha donato e ha donato
ad ognuno, a vasto raggio e continua a donare attraverso le
sue preziose opere.
*Intervento scritto in occasione dell'incontro “Alfio
Cavoli: l’uomo, il maremmano, lo scrittore fra storia e
leggenda” che si è tenuto a Grosseto il 17 agosto 2019
nell'Auditorium della XXXI edizione di Festambiente.
Organizzato da Edizioni Effigi in collaborazione con la
libreria Quanto Basta (Grosseto) e l’Archivio delle
tradizioni popolari della Maremma, è stato moderato da
Paolo Nardini dell’Archivio coordinatore.
Sono intervenuti Daniela Cavoli, l'editore
Mario Papalini, lo scrittore Franco Limardi, il
regista Mario Fraschetti, l'attrice Ivonne Cupola, il
chitarrista Umberto Bonini.
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