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Testimonianze
Convegno su Alfio Cavoli
di Giovanni Zanaboni
(Presidente gruppo esperantista grossetano "La Grifo")
Un gruppo di associazioni ha promosso e organizzato a Roccalbegna una giornata dedicata al lavoro di Alfio Cavoli riproponendo la lettura dei due volumi amiatini dello scrittore: «Amata Amiata» e «Il Cristo della povera gente» e la consequenziale e imprescindibile discussione su David Lazzaretti.
La rivista «Amiata storia e territorio», nel numero successivo alla data del convegno — 24 agosto 2013 — , ha pubblicato un lungo articolo di Giovanni Zanaboni del quale è qui proposto uno stralcio.

lfio Cavoli (Manciano, 22/08/1927 - Roma, 30/09/2008), scrittore maremmano DOC, è stato un prolifico autore (decine di volumi, collaborazioni con svariate testate giornalistiche, da "Il Telegrafo" poi "Il Tirreno", a "Paese Sera", "Toscana Qui", "Le antiche dogane", "Maremma Magazine" ecc.), amante della terra natia, intesa in senso lato (ha spaziato dalla Maremma toscana a quella laziale al Monte Amiata), e ha approfondito l'aspetto relativo ai briganti della seconda metà dell'800, Tiburzi in particolare: è uno degli autori più apprezzati e conosciuti e oltre nel grossetano. [...]

«Amiata Storia e Territorio»,
Rivista quadrimestrale di studi e ricerche sul territorio amiatino,
N° 72, Dicembre 2013



Per quanto sopra, promosso dall'Associazione Culturale Alfio Cavoli e dal Gruppo Esperantista Grossetano "La Grifo", in collaborazione con la rivista AST, le associazioni "Pro Loco" e "Cella Sancti Miniati" di Roccalbegna, la Fondazione Ernesto Balducci e la LIPE (Lega Italiana Poesia Estemporanea), e con il patrocinio del Comune di Roccalbegna, si è tenuto il 24 agosto scorso, in Roccalbegna, un convegno in ricordo di Alfio Cavoli, nei luoghi che lo videro, dal 1960, alla guida della Scuola d'Avviamento professionale agrario con differenziazione industriale femmimle di Roccalbegna e Semproniano.[...]
A quell'epoca risale anche la collaborazione professionale, sfociata poi nella stimata amicizia di una vita, con il professor Angelo Buscema, tutt'oggi stimatissimo artista, autore di dipinti di non comune valore, in parte conservati in Roccalbegna (sala consiliare e Chiesa SS. Pietro e Paolo). Ed è stato proprio il peculiare rapporto con questa località, sita in bilico tra Maremma e Monte Amiata, che ha fatto cadere la scelta per celebrare questo evento sull'antica Fauclano [...]
La giornata, pubblicizzata anche dalla stampa locale e che ha subito alcune modifiche dal punto di vista organizzativo in seguito ad un evento luttuoso per la popolazione locale, si è svolta, alla presenza sempre di una sala gremita di pubblico attento, partendo dall'inaugurazione della personale di Buscema, alle 11 di mattino, per concludersi oltre le 23 con l'ottava rima ed i canti della "montagna maremmana".
Al mattino, in contemporanea con l'inaugurazione della mostra di pittura (e di quella inerente la lingua Esperanto*, lingua usata, insieme a quella italiana, anche per la locandina pubblicizzante l'evento), hanno preso la parola i rappresentanti di buona parte delle varie associazioni promotrici. In particolare sono intervenuti, con ricordi personali e/o letture di brani tratti da opere di Alfio Cavoli e considerazioni sull'autore mancianese: Alessandra Benocci (Assessore alla Cultura del Comune di Roccalbegna), Angelo Buscema (a suo tempo insegnante di educazione artistica nella scuola diretta da Alfio Cavoli), Stella Bevilotti (Presidente Pro Loco, che ha letto anche un brano dal testo "La Maremma si racconta"), Gilia Pandolfi (Presidente Cella Sancti Miniati, che ha letto anche brani dal libro "La Maremma raccontata da Alfio Cavoli"), il sottoscritto Giovanni Zanaboni (in questo caso come Presidente del Gruppo Esperantista Grossetano "La Grifo"), Daniela Cavoli (figlia dell'autore e Presidente dell'Associazione Culturale Alfio Cavoli) e Don Carlo Prezzolini (Direttore Responsabile Amiata Storia e Territorio).
Terminati gli interventi, Daniela Cavoli ha letto alcune pagine tratte dal volume "Amata Amiata", con l'ottimo sottofondo musicale scaturito dalla chitarra abilmente suonata da Umberto Bonini.
Il programma pomeridiano si è aperto, dopo una esauriente introduzione sulla lingua Esperanto, tenuta dal Segretario Generale Nazionale della FEI (Federazione Esperantista Italiana), Laura Brazzabeni, con la lettura di brani, sia in versione italiana originale che nelle traduzioni in Esperanto, elaborate da Pier Vittorio Orlandini1, tratti da "Il Cristo della povera gente" e da "Amata Amiata". Prima della proiezione del filmato, prodotto dalla Giunta della Regione Toscana per il ciclo "Le Case della Memoria in Toscana", a cura e commentato da Alfio Cavoli nel 2004 e relativo alla figura di David Lazzaretti (intitolato "Monte Labro, Davide Lazzaretti- Arcidosso, Grosseto).
Daniela Cavoli, Aldo Cavoli, Carlo Pascucci e Umberto Bonini hanno presentato una fedele rielaborazione di alcuni brani tratti dal disco, inciso nel 1976 dall'indimenticato Leoncarlo Settimelli ed il suo gruppo "Canzoniere Internazionale", che riprese lo spettacolo teatrale "Vita profezie e morte di Davide Lazzaretti detto il nuovo Messia".
Al canto è seguita la lettura dell'introduzione di Padre Ernesto Balducci, al libro "Il Cristo della povera gente".



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l'opuscolo
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È stata quindi la volta del "pezzo forte" della giornata, la tavola rotonda sul libro che l'autore mancianese scrisse sul "Santo David". I relatori, introdotti da Giovanni Zanaboni, sono stati. Giovanni Bellumori [Membro della Fondazione Ernesto Balducci], Nello Nanni [Direrrore «Amiata Storia e Territorio»] e Marco Pastorelli[Direttore Centro Studi David Lazzaretti].
Giovanni Bellumori ha evidenziate le peculiari affinità tra Padre Balducci e David Lazzaretti [...].
Nello Nanni ha sottolineato come Alfio Cavoli, a differenza di altri autori, si sia avvicinato alla figura del Lazzaretti con estrema cautela, diffidando delle letture che lo volevano ora capopopolo, ora eretico, ora mitomane. [...]
Marco Pastorelli ha riportato, con meticolosa precisione, una serie di dati relativi ai giurisdavidici rocchigiani, soffermandosi in particolare sulla figura del sacerdote Don Giovanni Pierini [Parroco di Roccalbegna e direttore della rivista «La Buona Novella della Cristianità Cattolica», stampata a Firenze. ], personaggio ampiamente citato nel volume (uno dei pochi che lo faccia) dello scrittore mancianese.
Nonostante l'ora ormai tarda (circa le 21!) alla tavola rotonda ha fatto seguito una discussione con i presenti, che hanno chiamato in causa tutti i relatori.
È stata quindi la volta di un meritato spuntino ("spuntino": si fa per dire ...), magistralmente imbandito dai volontari e dalle volontarie di Pro Loco e Cella Sancti Miniati. [...] Non sono mancati, ovviamente, i tipici biscotti salati di Roccalbegna (è inutile cercare di imitarli, è una partita persa) e gli altrettanto tipici melatelli [...].
La serata è proseguita, dopo la lettura della leggenda de "La contessa di Cana e la sua infelice storia d'amore" , con l'esibizione dei poeti estemporanei Elino Rossi e Fernando Tizzi e del coro locale di musica popolare dei "Cantori del Sasso Pinzuto". Elino e Fernando (con qualche "incursione" anche del sottoscritto) si sono esibiti in esilaranti contrasti "a braccio", alternandosi al coro che ha cantato brani dell'Amiata, di Roccalbegna, Arcidosso ma anche della Maremma, tra cui una non usuale "Amara Maremo", ovvero la versione in Esperanto di "Maremma Amara", a buon titolo ritenuto generalmente una sorta di "inno" della Maremma Grossetana. Un cenno a parte merita certamente anche la elegante e ricca pubblicazione, a cura e spese dell'Associazione Culturale Alfio Cavoli, dedicata all'evento. Nel fascicolo, offerto a tutti i presenti, sono tra l'altro contenuti i brani bilingue, letti nel corso del convegno, un bellissimo articolo di Alfio Cavoli su Roccalbegna, corredato delle immagini in bianco e nero dell'epoca, una biografia (in parte bilingue) e la bibliografia dell'autore di Manciano ed un bellissimo scritto di Daniela Cavoli [...].Un grazie ai tanti attori e collaboratori di questa importante iniziativa, con la speranza che sia solo l'inizio di un nuovo risveglio per la scoperta e riscoperta di tanti autori che hanno valorizzato i nostri territori e che hanno, nei nostri confronti, un credito anche affettivo. Alla prossima, quindi.


*L'iniziativa di proporre, durante la giornata, letture  in lingua Esperanto nasce anche dal fatto che testi di Alfio Cavoli erano già stati tradotti da Pier Vittorio Orlandini per il volume «Toskana Maremo (2-a parto - Maremo)», Edistudio, Pisa (2008).